26/10/06

Luoghi segreti della Sabina



L'itinerario di oggi, cerca di farvi scoprire una parte della Sabina:un'area della nostra regione, quasi ignota dal punto di vista turistico, a causa della esiguità di siti di grande richiamo, pur avendo aree archeologiche, come quella della antica città di Cures , molto note agli addetti ai lavori e che invece riporta noi neofiti al mitico episodio del Ratto delle Sabine, avvenuto in queste terre, che diedero i natali anche al 2° re di Roma: Numa Pompilio.
Tutta questa area, bechè disti solo 40 km da Roma, appare al fortunato viaggiatore quasi un idilliaco miraggio, lontanissima dalla capitale e sicuramente da riscoprire, soprattutto dal punto di vista paesaggistico, storico e gastronomico.
Quello che colpisce inoltrandosi in questa area è la rilevante estensione di uliveti , la cui coltura ha caratterizzato da sempre il territorio della Sabina.
A riprova dell'antica tradizione basta rileggere gli scritti di Galeno, medico dell'imperatore Marco Aurelio, dove l'olio sabino veniva definito dal padre della farmacopea, come il migliore del mondo, già nel 161 a.C .
Ma l'itinerario riserva come sempre delle sorprese, e come d'abitudine ci sarà qualcosa adatto ai più piccoli, ai più curiosi e a chi cerca luoghi insoliti e nascosti.
Partendo da Roma vi dirigerete verso Roma Nord, usando la Salaria o in alternativa, l' autostrada A1 , che lascierete al casello di Fiano Romano . http://www.maps.google.it
Da Fiano, riprenderete la Salaria , in direzione Rieti, uscendo al Km 41,800 per raggiungere la nostra prima meta, ubicata nella località di Canneto (Rieti).
In questa località seguendo la segnaletica, potrete vedere uno splendido ulivo che la leggenda definisce bimillenario, facendolo risalire ai tempi dell'imperatore Numa Pompilio, che d'altronde era nativo di queste zone . Per datare l'età della pianta, è stata effettuata la prova del carbonio 14 , tuttavia vi sono anche documenti antichi a testimonianza della vetustà dell'ulivo di Canneto.
Per raggiungere l'"ulivone" occorre svoltare a destra dopo la chiesa del paese, parcheggiando poi all'altezza del cartello che recita :"Ulivo più grande d'Europa" .
Occorre poi entrare nella corte davanti ad una casa privata, protetta da 2 cagnolini inoffensivi e che è stata di proprietà ormai da varie generazioni, della famiglia Bertini .
Subito a destra vi troverete al cospetto dell'ulivo matusalemme, ma ancora in splendida forma, in grado di produrre fino a 100 litri di olio all'anno .
Se vi fosse venuta voglia, però, di conoscere qualcosa del processo di produzione dell'olio o di acquistare qualche litro di ottimo prodotto sabino D.O.P. , vi suggerisco di visitare alcune aziende agricole, ubicate sempre a Canneto, anche se potrete trovarne altre, tutte meritevoli di una visita e tutte organizzate per visite ed assaggi .
A Canneto, frazione di Fara Sabina, potrete visitare l'azienda di Roberto e Pierluigi Ceccarelli, ubicata in Via Piave, 5 , preferibilmente anticipando la vs visita ai numeri: Tel. 0765 3403 ; io ho trovato molto istruttivo assistere al procedimento di estrazione, dalla consegna delle olive fino alla fuoriuscita del verdissimo e profumato olio sabino.
Di ulivi ce ne sono in abbondanza, avendo l'azienda un’estensione di 65 ettari, 45 dei quali coltivati ad olivo con 9000 piante, di cui 4000 reimpiantate dopo il 1985.
L’azienda dispone di un frantoio a ciclo continuo, anche per conto terzi, con annesso deposito di olio ed impianto di imbottigliamento con una produzione oraria di 700 bottiglie.
Un'altra azienda agricola, un tempo di proprietà dei monaci benedettini dell’Abbazia di Farfa, fu acquistata dalla famiglia Tanteri nella metà dell’800.
Situata anch'essa nel territorio di Canneto Sabino, conta attualmente 3000 piante di olivo della varietà Carboncella, Raja e Frantoio.
Ecco l'indirizzo completo: Via Roma, 21 - Loc. Canneto ,02030 Fara in Sabina (RI).
L'azienda è contattabile ai numeri Tel. 0765 34052 ;Fax 0765 34052 ; se volete potete anche inviare una mail: elena.onori@virgilio.it
Un altro frantoio molto noto è quello dei fratelli Antonini, ubicato in via Montegrottone 1, raggiungibile sempre da Canneto, percorrendo circa 3 km, in direzione di Fara Sabina .
Per ottenere maggiori informazioni o prenotare visite e assaggi , e cercare alloggi e ristoranti, suggerisco di navigare nel sito ben fatto, che promuove le attività dell'area: www.stradaoliosabina.it
Dopo la parentesi olearia, potrete raggiungere in dieci minuti di auto, il borgo di Farfa, dove potrete visitare uno dei luoghi più importanti del Medioevo europeo .
In caso di fame. suggerisco il rustico, ma appetitoso ristorante Il Giardino, ad Acquaviva di Nerola, giusto a 5 minuti da Canneto.
Quella di Farfa è una delle più antiche abbazie benedettine, fu fondata infatti nel 680 da Tommaso da Maurienne, su di un preesistente eremo risalente al 420.
Il luogo oltre che centro di cultura benedettina, rappresentò per molti anni un notevole centro di potere, soprattutto dopo l'ampia autonomia che Carlo Magno concesse ai monaci già dal 775.
Nonostante i numerosi attacchi da parte dei Saraceni, essa riuscì a controllare con efficacia tutto il territorio, tanto da rappresentare non solo un centro di spiritualità e cultura, ma anche un vero stato feudale, potendo controllare oltre 600 chiese,132 castelli e porti, mulini, frantoi ed esercitando al tempo stesso, una notevole influenza, sia verso Roma che sulle cittadine circostanti.
Uscendo dall'Abbazia, alzate gli occhi e non perdetevi il Giudizio Universale del pittore fiammingo Heinrich van der Braek(1561) e poi godetevi anche il borgo, dove si respira ancora un'atmosfera medievale;dal cortile antistante l'erboristeria partono le visite guidate(4 euro) che vi consentono di visitare il chiostro, il museo con alcune scene di vita medievale e la biblioteca dove potrete vedere alcune copie di libri miniati che facevano parte del ricchissimo patrimonio ormai depauperato dell'Abbazia. Si trova qui ad esempio uno dei primi libri stampati in Italia, il"De Civitate Dei" stampato a Subiaco nel 1467 da Arnold Pannartz, allievo di Gutemberg .
Se l'atmosfera claustrale vi ha stimolato l'appetito, approfittate delle panche vicine al parcheggio per consumare il vostro pranzo al sacco o in mancanza, rimanendo sempre nel borgo, potrete rifornirvi di carboidrati presso la Trattoria Lupi .
Dopo esservi rifocillati, proseguite per Montopoli, dove appena superato il cartello del paese, dovrete rallentare per entrare in una viuzza di campagna, sulla destra, dove un minuscolo cartello in legno, indica che siete giunti al Museo degli automata. Si tratta di un delizioso museo dove rimarrete stupiti dalla creatività e fantasia utilizzate , man mano che darete vita voi stessi, alle decine di sculture meccaniche in legno e metallo, contenuti nel museo e dove verrete amabilmente accolti da Marina, che con il suo compagno ha ideato questo immaginifico spettacolo, sempre in crescita per numero di pezzi ed artisti . Un mondo comunque che riporta indietro nel tempo, allorquando bastava una piroetta di un burattino a far sorridere un bambino.
Per gli orari del museo, controllate nel sito di" alivola", ricordando che nel fine settimana è preferibile telefonare, anticipando la vostra visita.
Gli ideatori del museo, gestiscono una azienda, "alivola" che commercializza aquiloni acrobatici e molti altri prodotti, soprattutto dedicati a chi ama la vita all'aria aperta.
A Montopoli potrete fare un giro nel centro storico, entrando dalla porta monumentale, oppure potrete dirigere verso Fara Sabina, dove vi aspetta un luogo veramente inconsueto .
Si tratta del Museo del Silenzio, ubicato all'interno dell'antico convento delle Clarisse eremite, fondato nel 1673 . Di recente le visite sono organizzate dagli stessi responsabili del museo civico di Fara Sabina.
.Per informazioni e prenotazioni potete telefonare al n.tel.0765-277321
Se tuttavia volete evitare il week end, potrete telefonare al museo, almeno con un giorno di anticipo, per organizzare la visita e poter così apprendere qualcosa sulla vita monastica eremitale. Sono stati scelti alcuni temi significativi nella vita quotidiana delle monache: la preghiera, il silenzio, la cucina, la farmacia, la disciplina e altro, in un itinerario progettato dalla dott.a Maria Luisa Agneni, curatrice del museo di Fara Sabina, in stretta collaborazione con la Badessa Maria Beatrice, che per anni si è dedicata al convento e ne ha seguito il restauro, insieme all'inconsueto progetto del Museo del silenzio .
Se vi avanza del tempo potrete proseguire l'itinerario fino a Castelnuovo di Farfa, dove una volta tanto gli abitanti sono stati coinvolti nel progetto di restauro delle facciate, dando loro la possibilità di scegliere all'interno di una gamma di colori, selezionata da un affresco di Giotto.
Si è così ricreata quella atmosfera medievale, che in altri luoghi è stata assurdamente distrutta da un'edilizia frettolosa e raffazzonata, che sta alterando molti borghi del Lazio e non solo.
A Castelnuovo, meritano una visita l'originale Museo dell'Olio, in un connubbio alquanto innovativo, tra arte e recupero delle tradizioni del passato, unite ad una buona dose di immaginazione, che ha prodotto anche un nuovo strumento musicale ad olio detto Oleophona .
La visita dura circa un'ora e trenta minuti ed è guidata e purtroppo a pagamento.
Non perdetevi a questo punto" il giardino degli ulivi del mondo "che si trova a poca distanza dal paese, presso la chiesa di S.Donato (IX sec.), immersa in un ambiente naturale agreste.
All'interno della chiesa, visibile oggi solo dall'esterno, quando verrà ripristinato il meccanismo sonoro, al momento in panne, potrete ascoltare un sottofondo musicale sempre sul tema dell'olio, ripreso da un inno alla consacrazione del prezioso liquido, risalente al V sec. A questo punto potrete tornare verso casa, sicuramente ritemprati dalle verdi colline della Sabina e consapevoli che talvolta, piccoli angoli di paradiso sono facilmente raggiungibili, abbandonando non solo le nostre cattive abitudini, ma abbandonando anche le solite strade ed i soliti itinerari, con un po' di fantasia....e con l'aiuto del mio blog!

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