14/04/12

Al Parco di Monte Mario in cerca di fossili , sulle orme di Leonardo da Vinci

Tra i tanti turisti che ogni anno visitano Roma, un buon numero raggiunge la cima di Monte Mario per affacciarsi sulla terrazza panoramica nota ai romani con il nome di Zodiaco.
Il panorama che si può ammirare da questa postazione strategica, ubicata a 139 metri sul livello del mare è straordinaria e per tale ragione ha sempre attirato schiere di pittori paesaggisti.
Nelle giornate più terse è possibile ammirare le anse del Tevere da nord a sud nel suo sinuoso passaggio all'interno dell' Urbe e avendo un po' di dimestichezza della topografia di Roma è possibile riconoscere i colli Albani ed i Lucretili, monte Tuscolo ma soprattutto i principali monumenti della capitale, quali il bianchissimo altare della Patria, il rotondo Pantheon e la vicina cupola di S.Pietro.


Sul belvedere aperto al pubblico, coesistono un bar che non è cambiato negli ultimi 20 anni, un ristorante per chi crede ancora ai luoghi mitici d'incontro degli anni 60 ed un'enorme epigrafe che riporta una citazione di Marziale in latino: essa  descrive la magnifica vista ed il panorama che si poteva godere da questa altura privilegiata.
Sbirciando all'interno dell'area militare, proprio dietro il ristorante, scoprirete anche una torretta a mattoncini rossi costruita tra il 1866 e il 1889: essa segnò per lungo tempo il punto geodetico principale della cartografia nazionale , infatti é da qui che passa il Primo Meridiano d'Italia.
Oggi i GPS di cui ogni cellulare è dotato connettono con i satelliti in ogni parte del globo e pertanto questi luoghi storici sono stati dimenticati: sarebbe opportuno invece rammentare ai più giovani il lungo percorso seguito per giungere al risultato odierno.
Il territorio circostante è noto a chi bazzica per aule di tribunale o ai tanti che hanno a che fare con la sede della Rai in via Teulada.

Nel grande spiazzale sterrato di Piazzale Clodio c'è sempre un animato via vai di pubblico che concentrato su processi e sentenze, a malapena volge lo sguardo sulle cupole argentee dell'Osservatorio Astronomico un tempo luogo di residenza della famiglia Mellini al cui antico casato faceva parte anche un tale Mario da cui deriva probabilmente la denominazione oggi usata di Monte Mario.
Ricercando nei documenti più antichi si scopre che questa altura da cui pervenivano da nord attraverso la via Triunphalis truppe e pellegrini, ebbe vari nomi e mentre nel periodo romano era nota come Clivio di Cinna, poi assunse il nome di Mons Malus a causa di un evento delittuoso e forse per la gioia di essere finalmente giunti a Roma, i viandanti della via Francigena lo rinominarono unanimemente "Mons Gaudii".
Solo coloro che abitano nell'area e soprattutto coloro che portano a spasso i loro amici a quattro zampe tra i sentieri del parco, possono dire di conoscere questo antico colle, i suoi punti più panoramici e quel che cela ai distratti visitatori.
Sarà bene precisare che l'area denominata Parco di Monte Mario comprende al suo interno aree private sede di cliniche e residenze alberghiere, alcune inoltre non sono raggiungibili a causa della folta vegetazione.
Altre aree verdi sono state dotate invece di sentieri e percorsi lastricati: si trovano strutture operative quali quella dell'Osservatorio Astronomico e quella di Villa Mazzanti sede dell'Ente Roma Natura.


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L'itinerario che vi suggeriamo è adatto a chi vuol fare un pò di esercizio fisico sia a piedi che con l'uso della bici e prevede di parcheggiare l'auto in Via Gumenizza 81(attenzione alle aree di sosta a pagamento) nei pressi di un giardino dotato di giochi per bambini e fontanella per l'acqua. Chi preferisce usare i mezzi pubblici, potrà raggiungere il luogo con i tanti autobus che portano verso il Foro Italico e la Farnesina.
A sinistra del giardino un cancello aperto consente di immettersi all'interno di Villa Mazzanti e dopo una pittoresca gradinata informe di grigio tufo inizia una stradina lastricata che attraverso una decina di tornanti vi condurrà in una piacevole zona panoramica.
Vi suggerisco di effettuare una fermata presso la palazzina un tempo Villa Mazzanti, poi Villa Falconieri e oggi sede di Roma Natura : potrete chiedere alle guardie forestali materiale illustrativo sul parco di Monte Mario e informazioni anche sugli altri parchi e riserve della città.

Se avrete scelto una giornata primaverile la vostra passeggiata sarà accompagnata dal cicaleccio dei numerosi uccelli che vivono tra i cespugli della macchia ma se l'olfatto non vi difetta sentirete il delicato profumo emesso dalle decine di infiorescenze bianche del viburno (Viburnum tinus).
Numerosi sono anche gli alberi di Giuda riconoscibili dai boccioli rosati presenti anche sui tronchi. Guardando poi con maggiore attenzione in quelle aree più ombrose e umide scoprirete dei simpatici fiorellini i cui occhi gialli fanno capolino tra i muri più antichi: il loro nome è infatti Cymbalaria muralis. Dove la vegetazione si fa intricata i viticci di edera e quelli di un'altra pianta rampicante nota come  Stracciabraghe fanno a gara per avvolgere i tronchi di querce e corbezzoli.
All'origine la villa ospitava numerose piante anche esotiche che ormai sono visibili solo negli affreschi della Villa. Poi nell'ottocento seguendo il gusto corrente il parco divenne un giardino all'inglese con la realizzazione di scorci pittoreschi apparentemente naturali e disordinati. I resti di fontane a grottaglie, la casetta rustica sulla finta scogliera sono un lontano ricordo di quei tempi.
In alcuni tratti del vostro percorso in salita incontrerete delle zone dove il terreno appare sabbioso con una colorazione giallastra: si tratta di strati di antiche argille che hanno consentito ai geologi di individuare numerosi fossili marini visto che questa rigogliosa collina qualche milione di anni fa si trovava al di sotto di un limpido mare abitato da numerosi organismi.
Sono numerose le collezioni di questi fossili sparse nei musei italiani e stranieri: la più vicina è quella del Liceo Visconti non distante da Monte Mario e la più completa quella del Museo di Paleontologia dell'Università Sapienza di Roma. Altri interessanti fossili si trovano a Siena presso l'Accademia dei Fisiocratici.

Un itinerario simile al nostro lo fece anche Leonardo da Vinci che tra il 1512 e il 1515 venne ospitato nelle residenze vaticane a Roma a breve distanza quindi da Monte Mario che per il nostro genio era invece il " monte del mare".
Leonardo aveva una certa predilezione per ogni genere di alture che gli consentivano di capire meglio la topografia dei luoghi e soprattutto di capire come fiumi e corsi d'acqua avessero con il passare del tempo modificato il territorio. Si recò anche nell'area Pontina per studiare (i disegni sono oggi conservati nella biblioteca di Windsor) come bonificare con l'uso di canali le ben note Paludi Pontine.
Nei codici di Leonardo si legge che egli amava "cercar li nicchi" con i suoi collaboratori sulla collina chiamata " Mons Mari" proprio per raccogliere esemplari di conchiglie fossili di organismi marini che risalivano ad alcuni milioni di anni prima.
Per capire come il nostro territorio italiano fosse ben diverso da oggi basterebbe leggere dei ritrovamenti di antiche balene nel territorio di Empoli in Toscana o dei fossili di delfini dalle parti di Pienza più nota come "città ideale" che come località balneare tropicale.
Se fate parte di quei genitori che ritengono che la scuola non sia l'unica forma possibile di istruzione, una passeggiata nel Parco di Monte Mario potrebbe risvegliare interesse e curiosità anche nei pargoli più restii alle tecniche di apprendimento leonardesche basate sulla vista e l'osservazione diretta. Aguzzando la vista magari usando un rametto per scostare foglie e detriti avrete allora la possibilità di trovare qualche antico organismo marino nascosto tra le argille pleistoceniche ma anche colorate bacche di quercia pronte a generare nuovi alberi e strani oggetti bitorzoluti rossastri leggermente appiccicosi: sono galle di quercia ovvero il risultato volutamente ottenuto da alcuni insetti imenotteri per far crescere le loro larve a spese di foglie e ghiande.
Con qualche ricerca aggiuntiva a casa e l'uso di internet si scoprirà che Leonardo fu tra i primi a mostrarsi scettico circa il collegamento in voga ai suoi tempi tra fossili e il biblico diluvio universale, tuttavia si guardò bene dal formalizzare tali sue supposizioni benché evidenti tra note, appunti e disegni.

La passione che Leonardo aveva per la forma di certi organismi ed in particolare per gli organismi spiraliformi che aveva interessato anche Archimede apparirà in tutta la sua evidenza a chi viaggiando in Francia tra i castelli della Loira avrà l'occasione di passare per la cittadina di Blois.
Nel castello di Chambord si trova una straordinaria scala a chiocciola a doppia elica il cui progetto è attribuito a Leonardo : chi percorre la scala in discesa non incrocia mai chi invece sta salendo ma i due visitatori potranno incrociare i loro sguardi ma solo all'inizio o in fondo alla scala.
Ritornando alla nostra passeggiata romana, non perdetevi la vista dalla terrazza ubicata alla fine del percorso lastricato. Vi troverete alle spalle dell'Osservatorio astronomico e noterete una strana altissima struttura che viene chiamata "Torre solare" contenendo uno strumento - il celostato - che segue il movimento diurno del sole.
Da questa ampia terrazza il pittore Philippe Hackert ospite di Giulia Falconieri, proprietaria di Villa Mellini,  dipinse uno dei suoi paesaggi più noti della capitale.
Da questa magnifica terrazza su Roma, passarono anche numerosi viaggiatori illustri che scrissero della città eterna e delle sue meraviglie: Vasari e Stendhal che scrisse " Le passeggiate romane", Chateaubriand e i nostri Carducci e D'Annunzio e potremmo includere il Belli che sfottendo qualche fumatore di sigaro diceva in romanesco: " Ma cche tte fumi, dì , sia maledetto: hai la faccia color de Monte Mario...".
Un altro versante poco noto di Monte Mario è quello dove è ubicato il Cimitero francese, ma ve ne parleremo forse un'altra volta, portandovi davanti alle tombe dei "goumier":le truppe d'assalto di origine africana impiegate per cacciare i tedeschi dal Lazio meridionale.

Buona esplorazione !

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